La Sindrome NIMBY

NIMBY’’ è un acronimo anglosassone che sta per ‘’not in my backyard’’, ovvero “non nel mio giardino”.
Esso viene utilizzato per definire chi appare contrario all’operazione di opere per la collettività che, sotto il loro punto di vista, non avrebbero alcun vantaggio nell’essere realizzate.
Si tratta quindi di tutti coloro che agiscono per un proprio tornaconto, apparendo indifferenti nei confronti di chi e cosa li circonda, nella convinzione che qualcosa vada fatta solo se utile nell’immediato.
Quest’atteggiamento, non occorre neanche che lo si dica, non fa altro che  remare contro, tra le altre cose, la green economy.

I conflitti sulla questione dei rifiuti

In senso più ampio, infatti, ci ritroviamo a non trovare una collocazione per impianti dedicati al trattamento  e la gestione dei rifiuti.
Agenzie come Nieco, che si occupa dello smaltimento di rifiuti speciali a Roma, nel loro piccolo, cercano di fare questo lavoro nel migliore dei modi, a vantaggio di tutti.
Sia che si tratti di un inceneritore o di un apparecchio in grado di recuperare energia, resta il fatto che l’Italia consegna alle discariche il 30% dei circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti generati, mentre altri paesi dell’Unione Europea quali la Germania, la Danimarca, la Svezia e così via producono un valore che si aggira intorno al 3%.
Per quanto quindi l’Italia riesca a vantare una percentuale discreta nell’ambito della raccolta differenziata (il 42% nel 2015, ad esempio), essa non riesce a dare i frutti sperati per via dei mezzi messi a disposizione, impedendo lo sviluppo del Paese attraverso le migliori pratiche ambientali.
L’efficienza dell’intero sistema appare infatti migliorabile risolvendo i problemi ed i conflitti latenti evitando di lasciare la parola e le scelte a chi non appare realmente interessato allo sviluppo del paese e alla salute del pianeta.

La raccolta differenziata

Uno dei ruoli principali, attualmente, appare riservato alla raccolta differenziata che con i suoi oneri e vantaggi genera dei risultati non del tutto negativi.
Essa dimostra quanto in realtà sempre più cittadini vengano sensibilizzati da quest’importante questione, molti si ritrovano ad essere, infatti, dei ‘’netturbini ausiliari’’ e quindi a separare e riporre i rifiuti in contenitori specifici a casa ed in ufficio.
L’azienda incaricata della raccolta, che si tratti di un’azienda pubblica o di una privata, si occupa di prelevare i carichi e consegnarli alla filiera industriale che si occupa della valorizzazione economica  di quel dato materiale.
Vi è però una brutta notizia, dai calcoli emerge che i costi derivanti dall’attuale sistema di raccolta differenziata (in alcuni casi ancora porta a porta) non vengono compensati dal riciclaggio dei materiali recuperati.