Maestra d’asilo: la formazione ideale per il ruolo

L’insegnamento è una professione che appassiona molti, ma il cui percorso è diventato, nel corso del tempo, sempre più complesso. In base al tipo di grado a cui si accede (infanzia, primaria, primo grado e secondo grado), il docente o aspirante tale deve intraprendere diverse strade. Ogni grado ha indubbiamente la sua difficoltà, influenzata soprattutto dal tipo di utenza con cui ci si interfaccia. In particolare, insegnare nell’infanzia è notoriamente complesso. Si tratta di bambini in una fase di vita delicata che richiede la presenza di figure di riferimento, come le maestre d'asilo, che abbiano una formazione adeguata in materie socio-psico-pedagogiche. Coloro che insegnano ai bambini dell'infanzia sanno quanto sia importante creare un ambiente di apprendimento stimolante, ad esempio  mediante l’approccio Montessoriano adottato in diverse scuole si favorisce una migliore plasticità del cervello dei bambini, sviluppando le loro potenzialità di apprendimento. Pertanto, è essenziale che le future maestre d'asilo seguano un percorso formativo adeguato che consenta loro di diventare educatori dell'infanzia competenti.       
 

Il percorso formativo per lavorare nella scuola dell'infanzia

In passato, l'accesso a questa professione richiedeva semplicemente il conseguimento di un diploma di scuole medie o superiori. Nel corso del tempo, la normativa relativa all'insegnamento ha subito numerose modifiche. Attualmente, per accedere al ruolo di insegnante di scuola dell'infanzia o scuola primaria, è necessario aver ottenuto un diploma di Istituto Magistrale, Scuola Magistrale o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico (in base al Decreto Ministeriale del 10 marzo 1997) entro l'anno scolastico 2001-2002, anche senza la necessità di una laurea.

Diversamente, per lavorare come educatore dell'infanzia, sia nelle scuole pubbliche che private, è obbligatorio aver conseguito una laurea in scienze della formazione primaria. Questo corso di laurea è progettato per fornire ai futuri professionisti del settore le conoscenze, abilità e competenze necessarie per promuovere lo sviluppo cognitivo, l'apprendimento e la crescita personale e sociale dei bambini. Attualmente, questi percorsi formativi sono disponibili sia presso università tradizionali per coloro che preferiscono un approccio di insegnamento tradizionale in aula, sia attraverso università online riconosciute dal MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca), come l'Università Telematica Niccolò Cusano. Quest'ultima tipologia di ateneo si distingue per l'erogazione di lezioni a distanza accessibili in qualsiasi momento della giornata tramite apposite piattaforme. In alternativa, gli studenti possono scegliere la modalità di Blended Learning, che combina corsi in presenza presso i campus universitari con lezioni a distanza.

Il conseguimento della laurea rappresenta solo il primo passo del percorso. Dopo aver ottenuto il titolo di studio, per accedere alla formazione necessaria per diventare un insegnante o educatore dell'infanzia, è necessario seguire ulteriori percorsi specifici. Questi possono includere la partecipazione a concorsi ordinari o straordinari per l'insegnamento nell'infanzia, iscriversi al TFA (Tirocinio Formativo Attivo) sostegno, anche in questo caso previo superamento di un concorso; o inserirsi nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e attendere una convocazione in base alla posizione che si ricopre. Ovviamente, scegliere uno di questi percorsi non esclude la possibilità di partecipare contemporaneamente agli altri. Nello stesso anno, l’aspirante maestra può inserirsi nelle GPS, e tentare il TFA e il concorso ordinario o straordinario.              

Riuscire ad ottenere una supplenza non è semplice, soprattutto se il proprio punteggio è basso, pertanto una buona soluzione è investire sulla propria formazione attraverso corsi di perfezionamento, o master di primo o secondo livello, come ad esempio un master in educatore professionale o qualsiasi altro master ad esempio sui BES, per apprendere quali siano le migliori strategie e metodologie da utilizzare per favorire, in primis, l’inclusione, ma anche per saper gestire un alunno o alunna che presenti uno specifico disturbo o disabilità. Pensiamo ad un alunno con un disturbo comportamentale, in questo caso la maestra dovrà conoscere quale sia il modo migliore per prevenire o ridurre questi comportamenti. Ad esempio, applicando l’analisi funzionale o mediante il sistema dei rinforzi